Ñewpressionism in Milan, 1,11,11 è la prima dimostrazione pubblica di un concetto e di una tendenza artistica i cui aspetti essenziali si stanno formando e afferrando tutt’oggi. Questo evento pubblico nasce a partire dalle ipotesi prodotte nel workshop realizzato dall’artista Miltos Manetas a marzo 2014 per Studio Roma, programma transdisciplinare sul contemporaneo.
Artisti, architetti, designer, scrittori, compositori e autori svizzeri e internazionali stanno rispondendo a Ñewpressionism con degli spunti creativi che oscillano dalla concretezza dell’opera d’arte all’immaterialità dell’idea espressa attraverso la referenza o la parola.
La mostra funziona come un vero e proprio computer: lo spazio espositivo dell’Istituto Svizzero a Milano, trasformato per l’occasione dall’architetto Sebastian Bietenhader, diventa il desktop sul quale verranno visualizzate alcune opere d’arte tra quelle accumulate fino ad oggi nella memoria dinamica di Ñewpressionism.
Ñewpressionism si manifesta, come avviene per le proiezioni luminose, intersecando la superficie solida della materia ma si definisce anche attraverso l’immateriale incontro tra un nome e un pensiero. Propone un ñuovo approccio sulla realtà laddove il ~ indica una novità che non si attende ma che è già presente e va mostrata. Ñewpressionism è una proiezione dello spirito sulla Natura che combina il principio digitale – ovvero quel processo di rappresentazione binaria, numerica e ripetibile – con formule associative approssimate, sfumate e dense come appunto quelle generate dall’analogia.
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